Il mondo di Lofilo è un susseguirsi di immagini fabulistiche, che minacciano la realtà circostante e prospettano una nuova dimensione, quella ludica, nella quale ogni strumento pittorico è ammesso, dove l’eterno esperire trasforma i sogni in quadri danzanti, in volti appena accennati, grazie anche alla polimatericità che sfugge alla nostra percezione immediata, ma si concretizza in continui giochi di luce e di colore.
Le opere di Lofilo, nella loro semplicità rappresentano un preludio all’evoluzione continua del giovane artista, impegnato nella creazione di un’iperrealtà basata sulla libertà totale, dove i valori umani primeggiano sulle tecniche pittoriche; in effetti Lofilo decide di partecipare attivamente al progetto promosso da Gregorio Mancino, ideatore della “Movimentart,” presso il carcere del Bassone a Como, per ribadire l’importanza dell’arte al servizio della comunità, e contemporaneamente inserita nel tessuto sociale, trascendendo ogni aspetto materiale.
Un messaggio di grande speranza, quello di Lofilo, che alla ricerca spasmodica di nuovi mezzi e materiali riciclati, celebra la leggerezza e la gioia della vita, nella speranza di conquistare uno spazio scevro da qualsiasi pregiudizio, nel quale le immagini vivaci si associano alla positività dell’esistenza umana.
Per l’artista tutto può trasformarsi, quindi i sacchi inutilizzati del caffè si mascherano da fantasmi, i visi in cartoni delle bambole si mimetizzano fra colpi di spatola e colori squillanti, le ghiande divengono elfi o combattenti in un campo di battaglia improvvisato, i pezzi ferrosi strumenti musicali, e la fantasia con le proprie infinite sfaccettature viaggia senza posa fra le tele lofiliane.
Al 2004 risale la prima esposizione allestita nella Galleria Bianca Maria Rizzi, in cui si alternano opere figurative ed astratte, che mettono in risalto la concezione coloristica di Lofilo, il quale sembra carpire i principi di Goethe, dando un’importanza assoluta alle assonanze e dissonanze cromatiche; il colore diviene un simbolo vitalistico unico ed ineliminabile nella pittura-scultura dell’artista.

Sabiana Paoli

 

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